Il basket in carrozzina Uisp è sempre più strutturato ed organizzato e per questo parte alla conquista di nuovi territori, da includere nelle attività. Per questa stagione sportiva l’obiettivo è raggiungere il sud Italia, per creare nuovi gruppi di atlete e atleti da coinvolgere in attività di formazione, allenamenti e, in prospettiva, nella partecipazione a tornei e campionati regionali e nazionali.
L’iniziativa, promossa e coordinata dal Settore di attività nazionale, punta a coinvolgere associazioni sportive, enti locali e organizzazioni del terzo settore per creare un percorso condiviso e duraturo. La storia del basket in carrozzina Uisp è relativamente recente: la prima partita ufficiale si è giocata nel 2014 tra Reggio Emilia e Forlì. Dalla stagione 2022/2023, l’Uisp promuove un Campionato nazionale, che nell’ultima edizione ha visto la partecipazione di 14 squadre provenienti da sette regioni italiane: Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Liguria e Umbria.
È giunto, quindi, il momento di aprire a nuove Regioni: un passo decisivo verso una diffusione capillare del basket in carrozzina sul territorio nazionale, valorizzando anche la tradizione sportiva e l’impegno inclusivo di questi territori. “Abbiamo coinvolto quattro società società sportive siciliane, due pugliesi ed altrettante calabresi - spiega Mirco Casalgrandi, coordinatore basket in carrozzina Uisp - L’intento è quello di dare stabilità e visibilità a una pratica che coniuga sport, inclusione e crescita sociale”.
Il regolamento Uisp consente la partecipazione attiva di persone con disabilità gravi, che fanno parte integrante del gioco anche se non sono in grado di tirare il pallone a canestro. Questo approccio garantisce a tutti la possibilità di contribuire al gioco e di sentirsi parte della squadra, nel pieno spirito dello sport per tutti.
In Sardegna diverse realtà sono già attive a Cagliari e nel sassarese, ora l’obiettivo è coinvolgere giocatori e giocatrici anche nell’Oristanese e nel Nuorese. “L’obiettivo è far crescere il numero di praticanti – spiega Alberto Garau, responsabile dello sviluppo territoriale del basket in carrozzina Uisp – e nel contempo favorire la nascita di squadre in tutto il territorio regionale. Questa è una disciplina aperta non solo alle persone con disabilità, ma anche ai normodotati e a chi presenta limitazioni motorie dovute a lesioni ai legamenti, instabilità articolare, artrosi, esiti di interventi chirurgici che riducono il movimento o l’appoggio, oppure altre condizioni che rendono difficile correre e saltare in sicurezza”.
Il “wheelchair basketball”, dunque, può rappresentare una straordinaria opportunità per continuare a vivere il basket, anche per chi, a causa di un infortunio o di una condizione fisica, ha dovuto rinunciare al gioco in piedi. “In questo modo – aggiunge Garau – chi non può giocare in piedi può comunque farlo da seduto e continuare a fare canestro, vivendo un’esperienza sportiva piena e coinvolgente”.